Da una situazione potenzialmente pericolosa ad un disastro, ovvero… la storia non insegna mai - AIIC (Associazione Italiana esperti in Infrastrutture critiche)
LUGLIO 2019
Concentrare l’attenzione sulla ricerca delle cause immediate che hanno originato un incendio non serve se lo scopo che ci muove è la prevenzione; è fin troppo chiaro che la causa remota predisponente, sia che ci sia intenzionalità dolosa, sia che ci siano state trascuratezze più o meno gravi ed in ogni caso colpose, è la situazione pericolosa che si realizza quando vengono affidati lavori più o meno impegnativi di restauro o ristrutturazione cioè interventi lavorativi in appalto.
Perché?
a) Perché in un ambiente “particolarmente delicato” intervengono estranei
b) Perché le imprese sono capaci di portare a lavorare chiunque, anche personale non formato sulle norme basilari di prevenzione incendi
c) Perché in ogni caso in un ambiente che non è casa loro ne diventano gli esclusivi utilizzatori per un determinato periodo
d) Perché, anche se è rigorosamente vietato, gli operai fumano
e) Perché, quando lavorano più imprese, si offre occasione ad un possibile danneggiatore di intervenire senza essere facilmente scoperto
f) Perché si lavora a prevenzioni ordinarie sospese e non si ritiene mai ripagata la prevenzione straordinaria che sarebbe necessario attivare
g) Perché vi è sempre una abbondanza di materiale combustibile ed una abbondanza di fonti di ignizione
h) Perché l’ordine degli ambienti di lavoro e la pulizia non sono mai giornalieri ma riservati a poco prima della consegna dei singoli lotti di lavorazione
i) Perché è il meccanismo stesso dell’affidamento dell’appalto con gara al ribasso che seleziona le imprese più spregiudicate e più propense a rischiare in campo altrui.
j) Perché il committente che si vuole togliere di dosso alcuni rischi non comprende sufficientemente che gli rimane la responsabilità della maggior parte dei rischi del personale al lavoro oltre al rischio, in corso d’opera, di una mancata funzionalità delle attività adiacenti e di una parziale funzionalità dell’opera consegnata mai compensata a sufficienza da penalità contrattuali.
Chi si deve adeguatamente preoccupare nella situazione pericolosa di interventi lavorativi in appalto è in primo luogo il committente. Dovrà attivare misure preventive adeguate ai rischi valutati e non venire mai meno alla sua responsabilità “in eligendo” ed “in vigilando”.
Classici esempi, che hanno ormai fatto storia ma che dopo qualche tempo vengono dimenticati sono, oltre al recente incendio che ha semidistrutto la Cattedrale di Notre Dame a Parigi, l’incendio della Basilica di San Paolo Fuori le mura a Roma del luglio 1823 e l’incendio della Cappella della Sindone e di un’ala dell' attiguo Palazzo Reale a Torino dell’11 aprile 1997.
Leo Poggio