Intervista al Direttore del V Reparto "Innovazione Tecnologica" del Segretariato Generale della Difesa/DNA
MARZO 2017 - Intervista alla Dott.ssa Luisa Riccardi
Dott.ssa Riccardi, Lei è la prima donna a capo del V reparto di Segredifesa – Innovazione Tecnologica-. Come è stata accolta questa presenza femminile in un ambiente finora diretto da uomini sia militari sia civili?
Splendidamente. Tutto il personale, sia civile sia militare, mi ha ben accolta continuando a manifestare la professionalità, la serietà e l’affidabilità che già contraddistingueva il Reparto e che già avevo conosciuto e apprezzato nel corso della mia Vice Direzione del V Reparto di qualche anno addietro.
La sua carriera professionale è stata caratterizzata da diversi incarichi di rilievo in ambito Difesa, come si è sviluppata e come donna quali sono state le difficoltà, gli ostacoli che ha incontrato durante la sua crescita professionale in un ambito, come la Difesa, tradizionalmente maschile?
A parte casi assolutamente sporadici e sui quali non vale neanche la pena soffermarsi, sono sempre stata accolta nei diversi ambiti lavorativi senza alcuna preclusione e sono stata sempre giudicata sulla base del lavoro svolto. In generale sono fermamente convinta che ciò che distingue le persone, e soprattutto ciò per cui le persone vanno valutate, è l’essere professionale o meno, non il genere di appartenenza. Una donna che ha professionalità, competenze, leadership è certamente preferibile ad un uomo che non ha queste doti, analogamente nel caso inverso. Penso sempre che la differenza la facciano le persone con il loro approccio al lavoro, con il loro senso dello Stato e delle Istituzioni, prescindendo dall’essere donna o uomo.
Come vede le giovani donne che entrano a far parte dell’Amministrazione Difesa, pensa che avranno una vita più facile rispetto a suoi esordi di carriera? In ambito prettamente militare, con il passare degli anni ed il progredire della carriera, le donne potranno raggiungere posizioni di vertice anche nel settore operativo: come vede questa possibilità e cosa potranno le donne?
Sicuramente l’arrivo di più donne militari in posizioni di vertice migliorerà la qualità degli ambienti di lavoro, perché ritengo che la contestuale presenza di donne e uomini sia un valore aggiunto. Più in generale ritengo che per le giovani generazioni avere un capo donna rappresenterà la normalità, al pari di averlo uomo, e non più qualcosa di cui stupirsi.
Passando all'ambito più professionale del suo incarico, il V Reparto si occupa anche della Ricerca & Sviluppo, settore fondamentale per il progresso di un Paese. Qual è Il suo giudizio sui rapporti con l’Industria e in particolare con le PMI, e quale pensa che debba essere il loro ruolo nell’ambito della Ricerca & Sviluppo della Difesa?
Il rapporto costante e sinergico tra l’Amministrazione della Difesa e il settore industriale del Paese è da sempre una priorità, in particolare lo è per il V Reparto, in quanto la Ricerca tecnologica rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo futuro del settore industriale ed io e tutto il personale del Reparto siamo ben consapevoli del ruolo strategico e impegnativo che siamo chiamati a svolgere.
Il tessuto industriale nazionale è fondato, direi pervaso, dalle PMI, che sono un risorsa preziosa per il nostro Paese e per la Difesa. Esse vanno quindi valorizzate e supportate nel modo più opportuno ed appropriato. Da parte mia sono sempre pronta a ricevere ed eventualmente consigliare tutti i rappresentanti dell’industria che chiedono di incontrarmi, e le assicuro che le richieste sono molte.
In questo suo primo anno in cui ricopre l'incarico di Direttore del V Reparto "Innovazione Tecnologica" del Segretariato Generale della Difesa/DNA, come vede la partecipazione del nostro settore Difesa ai progetti comunitari ed internazionali in termini di “Innovazione Tecnologica”?
Durante questo mio primo anno di direzione del V Reparto ho rinnovato l’impulso alla internazionalizzazione dei progetti di ricerca, ottenendo così un forte ritorno sull’investimento e la creazione di solidi ed importanti legami con le principali potenze tecnologiche straniere. Il nostro Paese, l’industria nazionale e la Difesa trarranno, nel medio-lungo periodo, notevoli benefici da queste collaborazioni internazionali. In particolare, nel settore della ricerca in ambito Europeo stiamo vivendo una rivoluzione epocale che è iniziata con l’emanazione dell’EUGS (European Union Global Strategy) da parte dell’High Representative Federica Mogherini. Tale rivoluzione è poi proseguita, in particolar modo per la ricerca e l’innovazione tecnologica, con l’approvazione della discendente comunicazione della Commissione europea relativa all’EDAP (European Defence Action Plan). Con essa, per la prima volta, l’Europa mette a disposizione un importo significativo - si parla di 500 milioni di euro all’anno a regime - per la ricerca sulla Difesa: quest’anno nell’ambito della Preparatory Action ci sarà la pubblicazione dei primi bandi europei (“call”) per almeno 2 progetti di ricerca che saranno cofinanziati dalla Commissione europea. Di conseguenza, in qualità di Direttore del V Reparto, sto lavorando alacremente con il mio staff per consentire un’equa possibilità di selezione per le industrie italiane, soprattutto per le PMI.
Il suo Reparto ha come obiettivo l’incremento del patrimonio di conoscenze della Difesa nei settori dell’alta tecnologia, sia in ambito nazionale sia in chiave di cooperazione internazionale. Dott.ssa Riccardi, come Rappresentante Nazionale per lo Steering Board European Defence Agency (EDA) Research &Technology, può dirci quali sono le strategie dell’EDA e le eventuali sinergie con i Piani di Ricerca Militare (PNRM)?
L’EDA sta recependo la necessità di avviare progetti di ricerca con un grado di maturità tale da consentire di diminuire i tempi che intercorrono tra l’avvio dell’attività di ricerca e l’effettiva disponibilità per l’impiego nel settore operativo, attraverso un maggior coinvolgimento della parte capacitiva nel processo di selezione dei progetti da sviluppare. L’Agenzia, allo scopo, sta lanciando varie iniziative che coinvolgono maggiormente la parte capacitiva, ma non solo; nella cosiddetta “innovation platform”, infatti, è prevista anche una maggiore partecipazione del rappresentante del settore industriale e, per quanto possibile, della NATO. In ambito EDA tale Innovation platform si salda ad una nuova procedura per l’identificazione delle aree tecnologiche d’interesse, denominata Overarching Strategic Research Agenda (OSRA). Con tale nuovo approccio si cerca, in definitiva, di proporre una visione più inclusiva e condivisa per identificare le aree di ricerca prioritarie. I risultati delle attività di osservatorio per la ricerca nel settore della difesa svolte da EDA possono fornire anche un significativo contributo alla definizione delle priorità nazionali. L’obiettivo principale rimane però quello di differenziare la ricerca in modo da non sovrapporre le attività che si svolgono in EDA con le attività nazionali, ma di renderle semmai complementari. I fondi per il finanziamento dei progetti in ambito PNRM e quelli per i programmi EDA (che rappresentano oggi circa il 15% del totale) insistono sullo stesso capitolo di spesa, cioè attingono allo stesso budget. Per questa ragione è necessario pianificare un’oculata gestione delle risorse finanziarie assegnate con la consapevolezza che è importante la collaborazione internazionale, ma che è altrettanto prioritario continuare a finanziare la ricerca di tecnologie identificate come sovrane in ambito nazionale, per non perdere il know how e la competitività in ambito europeo e mondiale.
Nel riprendere in qualche modo le “questioni di genere” affrontate nelle prime domande, posso sicuramente affermare che la presenza di una donna, in rappresentanza dell’Italia, allo Steering Board dei direttori della ricerca in ambito EDA rappresenta una positiva novità anche in termini di ritorno di immagine per il nostro Paese.
Può darci un’indicazione delle linee di indirizzo del Piano Nazionale della Ricerca Militare (PNRM) e le principali macroaree per i prossimi anni?
L’identificazione delle principali macroaree terrà conto di due linee di sviluppo: capability pull e technology push. Ovvero come Reparto continueremo a supportare gli sviluppi capacitivi richiesti dall’area operativa della Difesa, così come sviluppati in ambito nazionale e NATO. Inoltre, sulla base delle nostre conoscenze e capacità specifiche, continueremo a sviluppare quelle tecnologie che possono configurarsi come game changers e quindi consentire alle nostre Forze Armate di mantenere la superiorità tecnologica che le contraddistingue oggi. In sintesi, alcune delle macroaree nelle quali focalizzare gli sforzi nel finanziare la ricerca saranno: cyber, autonomia e robotica, benessere e prestazioni del combattente e dei veterani, big data, intelligenza artificiale, surveillance, intelligence and reconnaissance, precisione e letalità d’ingaggio, protezione delle forze.
Sulla base della proposta italiana del Ministro della Difesa Pinotti e dell’allora Ministro degli Affari Esteri protempore Gentiloni alla riunione di Bratislava - settembre 2016 - in cui si suggerisce di realizzare una vera e propria “Unione Europea della Difesa”, secondo lei, quali obiettivi potrebbe avere il “Programma europeo di Ricerca della Difesa” suggerito dall’Italia?
L’Italia ha presentato proprio lo scorso settembre un cosiddetto “non paper” sull’European Defence Action Plan (EDAP), risultato di un tavolo tecnico interministeriale a guida della Presidenza del Consiglio. Le proposte indicate nel documento, in massima parte elaborate con il supporto della Difesa, sono state accolte e integrate nella comunicazione sull’EDAP della Commissione europea. In particolare, la Commissione ha indicato quale pilastro fondamentale per l’attuazione del piano europeo per la Difesa la costituzione di un fondo, la cui struttura è stata identificata in due cosiddette “window”, una per la ricerca e l’altra per lo sviluppo e realizzazione di programmi collaborativi tra i Paesi europei. Attualmente sono ancora in discussione le possibili modalità di attuazione della “window” capacitiva, che dovrebbe avere una dotazione annua di circa 5 miliardi di Euro - derivanti in ipotesi dall’utilizzo dei fondi della Banca Europea degli Investimenti (BEI). Invece, le modalità di funzionamento della “window” relativa alla ricerca sono già state identificate e lo strumento finanziario che verrà utilizzato a partire dal 2021 sarà quello del “framework program”, analogo a quello del programma H2020, ma con regole adeguate alle specificità del mercato della Difesa, in particolare per quanto riguarda gli intellectual and property rights e le regole di partecipazione che consentiranno l’accesso ai finanziamenti europei ai soli Stati membri e alla Norvegia.
Non è ancora chiaro se il futuro dell’European Defence Research Program (EDRP) verrà integrato nel prossimo framework program (FP) come area aggiuntiva a quelle oggi esistenti (ad esempio secure societies, smart cities, ecc) o se si tratterà di un programma a se stante. La dotazione dovrebbe essere di 500 milioni di euro per 7 anni (2021 – 2027). Nel frattempo la Commissione europea e gli Stati membri, in particolare i Ministeri della Difesa, stanno lavorando già da tempo per la definizione della Preparatory Action che costituirà un test di prova per le modalità e le procedure di funzionamento del futuro EDRP nel corso del triennio 2017 – 2019. La dotazione finanziaria richiesta dalla Commissione europea per il periodo dovrebbe essere di 90 milioni di euro, di cui il Consiglio europeo ne ha già stanziati 25 per il 2017 (il bilancio dell’UE è annuale). Pertanto, già a partire da quest’anno vi saranno almeno due call e la più rilevante avrà un importo di circa 25 milioni di euro. In tal senso stiamo alacremente lavorando con la Commissione europea e con l’EDA – personalmente ho il privilegio di essere il rappresentate governativo italiano nel Programme Committee per la Preparatory Action - per approvare il testo delle call. In questo scenario EDA è attore principale e ha istituito al suo interno una specifica Unità per seguire adeguatamente la Preparatory Action. In particolare EDA svolge due ruoli: il primo è il cosiddetto “upstreaming role” che prevede, su mandato dei Ministri della Difesa, di agire da facilitatore ed elemento di coesione tra gli Stati membri, anche se la decisione finale spetterà a questi ultimi nell’ambito del Programme Committee che opera con le regole della “comitologia”. Il secondo ruolo di EDA sarà quello della Executive Agency, ovvero gestirà per la Commissione europea tutte le attività legate alla pubblicazione del bando, selezione dei progetti, contrattualizzazione, ecc..
Il V Reparto ha competenza in materia di studi sui sistemi informatici e telematici per la Difesa: quali sono le prospettive e le linee di sviluppo in questo settore?
Nel settore dell’informatica gestionale il V Reparto sta collaborando in maniera proattiva con il collaterale VI Reparto di SMD per razionalizzare ed ottimizzare i Centri di Elaborazione Dati utilizzati nell’ambito degli Enti Centrali e nelle singole Forze Armate. In tal senso, sono state introdotte le tecnologie per la virtualizzazione delle infrastrutture informatiche e per il “cloud computing”, sempre nel massimo rispetto delle restrittive policy di sicurezza adottate anche ai fini di cyber defense. In questo settore il V Reparto ha realizzato, in accordo alle linee di policy dettate dal DGRESIAD (Dirigente Responsabile dei Sistemi Informativi Automatizzati della Difesa) che si identifica con il Capo del VI Reparto di SMD, l’accentramento di tutti i servizi informativi dell’area tecnica amministrativa nell’unico Centro di Elaborazione Dati alle dipendenze del Reparto. Rispetto al precedente sistema distribuito, la centralizzazione dei servizi informativi, insieme con la razionalizzazione degli applicativi in atto, consente di ottenere un considerevole risparmio nello svolgimento delle attività di assistenza manutentiva e, in una prospettiva futura, potrà essere un elemento di forza anche nell’ottica dell’implementazione di strumenti di difesa cybernetica.
Biografia Dott.ssa L. Riccardi (Difesa.it)